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lundi 11 mai 2020

Ubi Maior : Bestie, Uomini e Dèi (trad. italiano)

 

Bene, questa volta ci siamo!
Gli Ubi Maior pubblicano (finalmente) il loro quarto album. Primo ascolto completo, prime impressioni: è sempre buono, sempre così ispirato.
Ma c'è anche che questo gruppo migliora con l'avvicinarsi dei suoi vent'anni di esistenza. Gabriele Manzini (tastiere), Alessandro di Caprio (batteria) e Mario Moi (voce) sono solidi pilastri con, per quanto riguarda Mario, un ruolo sempre più importante da quando ha felicemente ripreso la pratica del violino e della tromba. Questo gli permette di essere presente anche sulla strumentale "Nessie". Gli ultimi arrivati, Gianmaria Giardino al basso e Marcella Arganese alla chitarra, sono ormai membri indispensabili, e ho già detto e scritto a più riprese che Marcella aveva dato molto al gruppo in termini di musicalità ma anche di efficienza. A questo proposito, un brano come "Bestie, Uomini e Dèi" dimostra l'alto livello di complementarità raggiunto da Gabriele e Marcella, sia nella creazione che nell'esecuzione di una composizione ambiziosa.
L'album è molto omogeneo, quasi compatto, con i suoi sei pezzi di durata compresa tra 5 e 10 minuti al massimo. Il brano "Nero notte" è saggiamente collocato in apertura per rassicurare i fan fin dai primi secondi sulla grande forma del gruppo dopo cinque anni di silenzio. Ed è proprio così! E tanto vale dirlo subito, questi 3/4 ora di musica passeranno molto (troppo) velocemente.
Menzione speciale per "Wendigo", di cui il vostro “servitore” ha avuto la fortuna di seguire la genesi, che è un pezzo di notevole finezza ed efficacia. Devo ammettere che il risultato finale mi lascia a bocca aperta. Quando parlo di efficienza, bisogna riconoscere che un pezzo come "Nessie" si presenta con un riff d'introduzione devastante!
Senza dubbio con questo Bestie, Uomini e Dèi, Ubi Maior ha raggiunto il culmine della sua arte. Il gruppo riesce nell'impresa di rinnovarsi, pur mantenendo la propria identità, senza mai cedere alla facilità, un pezzo come "Fabula Sirenis" ne è il miglior esempio e lo stratosferico "Misteri Di Tasseglia" non è lontano dal seguire lo stesso cammino.
Perché il bello di Ubi Maior è questa ambivalenza permanente della sua musica, sia melodica che energica, sia sinfonica che ritmica, in qualche modo appannaggio dei grandi gruppi di prog italiani! 
(traduzione Rossana Lombardi)

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