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dimanche 6 décembre 2020

Julius Project : Cut The Tongue (recensione in italiano)

 

 

Senza il grande amore di una figlia per suo padre, questo album non avrebbe mai visto la luce. Alla fine degli anni ‘70, Giuseppe Chiriatti (Julius!) fa parte di un gruppo, i Forum, che conosce un certo successo dalle parti del Salento. Ma i brani che Julius compone tra il 1978 e il 1981 non trovano il gradimento degli altri membri del gruppo, che hanno cambiato nel frattempo il loro ambito per praticare un jazz rock più presentabile del prog ormai sorpassato. Julius mette quindi le sue composizioni in un cassetto. Ci riposeranno per 35 anni fino a che Bianca, la figlia maggiore [di Julius], le scopre e si rende conto che, invece di vecchi brani impolverati, suo padre aveva di fatto scritto una suite [di brani] che raccontava[no] una storia. Quella di un giovane ragazzo perso nella sua vita che ascolta dapprima la voce di un falso profeta che lo conduce verso la superficialità e le facili apparenze prima di sentire il bisogno di tagliare la lingua (Cut the Tongue) al suo uccello del malaugurio e di trovare un senso alla propria esistenza rifugiandosi nella solitudine e nella contemplazione di un cigno.
Se Bianca è stata la fata che ha dato il colpo di bacchetta magica per ridare vita a questo progetto, Paolo Dolfini è stato l’uomo della provvidenza. Accettando di fare di più che solo collaborare, Paolo ha fornito tutta la sua competenza e abilità musicale sia a livello delle tastiere che a quello della struttura (gli arrangiamenti). Paolo ha anche radunato una bella compagnia coinvolgendo altri membri dei Jumbo (Paolo Dolfini, Dario Guidotti, Daniele Bianchini) ma anche dei Maxophone (Marco Croci) e persino suo figlio Filippo alla batteria. Perché questo album è anche una storia familiare, con le figlie di Julius presenti nell’album: Bianca Berry, la maggiore (anche giornalista musicale) che assicura la voce solista e i cori su una gran parte di brani, e Martina (la più giovane) che impersona la voce del profeta in "Mask and Money".
L'inferno è lastricato di buone intenzioni, dice l’adagio. Era necessario che questa squadra improvvisata, giustamente piena di buone intenzioni, si mettesse al servizio di una creazione artistica che riuscisse bene per potere in seguito trasformarla in un’opera conclusa, presentabile della quale i genitori potessero essere fieri.
Tra opera rock e commedia musicale, particolarmente in "Mask and money", "Welcome to the meat grinder" "Wandering", Cut the tongue è prima di tutto un lavoro incantevole segnato dalla bellezza delle melodie semplici ma accattivanti sull’esempio dei Camel che restano un punto di riferimento in materia. Mi piace questo stile di pop progressivo che parla direttamente al vostro cuore ma che sa anche farvi drizzare le orecchie con dei passaggi più corposi (in "Welcome to the meat grinder", c’è davvero di che deliziarsi. Che grande brano!). Per quelli che amano i brani più tosti che danno energia, vi invito su "Speed kings" che ha tutto dell’hard prog epico e sul quale Marco Croci fa sentire la sua voce, molto bella secondo me. E siccome si parla del canto, Bianca Berry realizza una bella performance imponendosi con un timbro vocale pieno di candore che aderisce perfettamente al tono dell’insieme (ascoltate "We know were are two" o "Glimmers”, ogni volta è una pura delizia). L'altra sorpresa, per quanto riguarda il canto, è l’apparizione di una voce ben conosciuta da tutti i vecchi appassionati di prog, quella di Richard Sinclair in "Cut the tongue", una bellissima canzone, composta appositamente nel 2019 da Julius per uno dei nostri inglesi preferiti residente da tempo in Italia. Per tornare al lato prog, anche da questo lato c’è di che divertirsi, con in particolari gli strumentali "I see the sea" (con Julius all’Hammond e Paolo al Minimoog, prego) e "Wandering" che dovrebbero farvi alzare dalla [vostra] sedia.
Julius immaginava all’epoca in cui ha composto la sua saga che essa avrebbe un giorno avuto questa forma musicale? Sarebbe da porgli la domanda. In ogni caso, il risultato non può che essere come minimo all’altezza delle sue aspirazioni inconfessate. Tanto vale dirlo e affermarlo chiaro e forte: Cut the Tongue è un vero successo che bisogna gustare con tanto più piacere in quanto tutto ciò è giunto totalmente inatteso. (trad. Paolo Dolfini)

Tracklist :
1. The fog
2. In the room
3. You need a prophet
4. Mask and money
5. Welcome to the meat grinder
6. Speed kings
7. Clouds pt. 1
8. Clouds pt. 2
9. Cut the tongue
10.The swan
11.Island
12.We know we are two
13.I see the sea
14.Glimmers
15.Castaway
16.Wood on the sand
17.Wandering
18.Desert way

I musicisti: Bianca Berry (voce solista e cori in 1, 3, 6, 18), Filippo Dolfini (batteria e percussioni), Marco Croci (basso, voce solista e cori in 6), Dario Guidotti (flauto, voce solista in 3), Francesco Marra (chitarre), Mario Manfreda (chitarre), Paolo Dolfini (tastiere, cori, arrangiamenti), Julius (tastiere, voce solista in 1 e 16).
+ gli ospiti: Richard Sinclair (voce solista in 9), Martina Chiriatti (voce in 4), Egidio Presicce (sax tenore in 9), Daniele Bianchini (chitarra in 9), Flavio Scansani (chitarre in 14 e 17) 


Godetevi anche l'edizione, l'artwork e la confezione sono veramente curati.
In vendita presso GT Music

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