Prima
di tutto il gruppo. Non è frequente nella cerchia del Prog italiano
trovare dei musicisti francesi associati ad un progetto artistico.
Figuratevi che non soltanto in questa formazione ci sono dei musicisti
francesi, ma in più il gruppo ha come base Parigi! In realtà ne fanno
parte tre strumentisti francesi, una violinista inglese (che declama un
estratto del poema di William Morris “The Earthly Paradise”) ed un solo
italiano. Nella fattispecie, si tratta di Michele Moschini, che abbiamo
incontrato in altri tempi nel gruppo Floating State, autore di un solo album uscito nel 2003, già con Lizard Records (Thirteen tolls at noon).
Piccolo aneddoto, quest’album conteneva un pezzo di ventidue minuti ed
un altro di quarantaquattro minuti. Evidentemente questo genere di
exploit non è appannaggio unico dei Flower Kings & co.
Michele
ha dato vita a questo progetto musicale già nel 2007, poco tempo dopo
il suo arrivo in Francia, ma c’è stato bisogno di attendere dieci anni e
qualche concerto affinché Anandammide si concretizzasse discograficamente.
Ed ora la musica. Certo, sono più attratto dal buon vecchio rock progressivo, italiano se possibile, e qui abbiamo a che fare con un revival del folk britannico di fine anni sessanta/inizio anni settanta. Fantastico! Dal momento in cui si tratta di qualcosa di bello, mi interessa. Tanto più che c’è una moltitudine di particolarità e di sottigliezze da scoprire in questo album.
Tutta la musica ed i testi sono stati scritti da Michele, che è al contempo iniziatore di questo progetto e coordinatore artistico. Michele rivendica i Fairport Convention, i Pentangle e Donovan come sue principali fonti di ispirazione. Aggiungerei facilmente Steeleye Span e anche Nancy Elisabeth per il tono generale. Ritroviamo anche una esplicita tendenza alle ambientazioni medievaleggianti, per esempio sulla lamentazione medievale “Pilgrims of Hope” o sulla cantilena “Colette the Witch”, senza citare la cadenzata “Þórsmörk". Il trovatore e poeta Walther von der Vogelweide è di fatto un’altra influenza principale di Michele. Forse la raffinatissima ballata medievale “Electric Troubadour”, che si conclude con un sublime canone cantato, è inconsciamente a lui dedicata.
Ho parlato rapidamente della voce di Michele. Torno a parlarne perché questo ragazzo possiede un timbro vocale assolutamente strabiliante, assimilabile ad una tessitura di tenore leggero. Il suo modo di cantare, dolce e calmo, non attira l’attenzione immediatamente, ma gli ascolti ripetuti mettono in risalto la sua voce sino a creare un effetto magnetico. D’altronde lo stesso Loris Furlan afferma che la voce di Michele è senza dubbio una delle più belle che ha incontrato durante i suoi venticinque anni passati al timone della Lizard Records.
La tracklist : (potete ascoltare su youtube i pezzi sottolineati)
- Singer of an empty day
- Earthly Paradise
- Lady of the Canyon
- Þórsmörk
- Anandi
- Electric Troubadour
- Pilgrims of Hope
- Satori in Paris
- Syd
- Iktsuarpok
- Colette the Witch
Il gruppo : Adrien Legendre (violoncello), Audrey Moreau (flauto), Michele Moschini (voce, chitarre, synth, organo, flauto dolce, tin whistle, batteria e percussioni), Stella Ramsden (violino, voce sulla traccia n. 1), Pascal Vernin (basso)
Label : Lizard Records
Per ascoltare ed acquistare l’album cliccate su questo link bandcamp. Grazie da parte del gruppo.
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