mercredi 23 décembre 2020

Anandammide : Earthly Paradise (in italiano)

Ecco un gruppo ed un album che mi fa davvero piacere trovare in questa fine d’anno così particolare.

Prima di tutto il gruppo. Non è frequente nella cerchia del Prog italiano trovare dei musicisti francesi associati ad un progetto artistico. Figuratevi che non soltanto in questa formazione ci sono dei musicisti francesi, ma in più il gruppo ha come base Parigi! In realtà ne fanno parte tre strumentisti francesi, una violinista inglese (che declama un estratto del poema di William Morris “The Earthly Paradise”) ed un solo italiano. Nella fattispecie, si tratta di Michele Moschini, che abbiamo incontrato in altri tempi nel gruppo Floating State, autore di un solo album uscito nel 2003, già con Lizard Records (Thirteen tolls at noon). Piccolo aneddoto, quest’album conteneva un pezzo di ventidue minuti ed un altro di quarantaquattro minuti. Evidentemente questo genere di exploit non è appannaggio unico dei Flower Kings & co.
Michele ha dato vita a questo progetto musicale già nel 2007, poco tempo dopo il suo arrivo in Francia, ma c’è stato bisogno di attendere dieci anni e qualche concerto affinché Anandammide si concretizzasse discograficamente.

Ed ora la musica. Certo, sono più attratto dal buon vecchio rock progressivo, italiano se possibile, e qui abbiamo a che fare con un revival del folk britannico di fine anni sessanta/inizio anni settanta. Fantastico! Dal momento in cui si tratta di qualcosa di bello, mi interessa. Tanto più che c’è una moltitudine di particolarità e di sottigliezze da scoprire in questo album.

Tutta la musica ed i testi sono stati scritti da Michele, che è al contempo iniziatore di questo progetto e coordinatore artistico. Michele rivendica i Fairport Convention, i Pentangle e Donovan come sue principali fonti di ispirazione. Aggiungerei facilmente Steeleye Span e anche Nancy Elisabeth per il tono generale. Ritroviamo anche una esplicita tendenza alle ambientazioni medievaleggianti, per esempio sulla lamentazione medievale “Pilgrims of Hope” o sulla cantilena “Colette the Witch”, senza citare la cadenzata “Þórsmörk".  Il trovatore e poeta Walther von der Vogelweide è di fatto un’altra influenza principale di Michele. Forse la raffinatissima ballata medievale “Electric Troubadour”, che si conclude con un sublime canone cantato, è inconsciamente a lui dedicata.

Trovo che tutto regga in questo album. I pezzi si concatenano naturalmente in una forma di armonia che porta alla beatitudine e giustifica il nome del gruppo, Anandammide, la molecola del piacere (talvolta scritto con una sola m). Dovendo mettere in risalto qualche titolo, prenderei senza esitazione la dolce e pura “Lady of the Canyon”, oltre ad “Anandi” per le stesse ragioni ed in più per il suo lato pop psichedelico che mi piace tanto. Isolerei anche la sequenza Caravan con “Satori in Paris” e “Syd”, talmente in queste due canzoni il canto di Michele richiama le dolci intonazioni della voce di Richard Sinclair, con in più un flauto che accompagna e mette in rilievo la delicata linea melodica. Infine tengo per me “Iktsuarpok”, pezzo marcato dalla sonorità tanto superata quanto evocatrice di un’epoca ormai finita del vecchio organo Gem Jumbo. Una vera madeleine di Proust.
Ho parlato rapidamente della voce di Michele. Torno a parlarne perché questo ragazzo possiede un timbro vocale assolutamente strabiliante, assimilabile ad una tessitura di tenore leggero. Il suo modo di cantare, dolce e calmo, non attira l’attenzione immediatamente, ma gli ascolti ripetuti mettono in risalto la sua voce sino a creare un effetto magnetico. D’altronde lo stesso Loris Furlan afferma che la voce di Michele è senza dubbio una delle più belle che ha incontrato durante i suoi venticinque anni passati al timone della Lizard Records.
In questi tempi turbolenti che ci danno l’impressione di approssimarsi sempre più pericolosamente verso il caos, Earthly Paradise è un rifugio,  un’isola musicale dalla quale emanano pace e serenità. Ciò che si prova ascoltando questo album è più che un sentimento piacevole, è forza vitale!
 
 

La tracklist : (potete ascoltare su youtube i pezzi sottolineati)

  1. Singer of an empty day
  2. Earthly Paradise
  3. Lady of the Canyon
  4. Þórsmörk
  5. Anandi
  6. Electric Troubadour
  7. Pilgrims of Hope
  8. Satori in Paris
  9. Syd
  10. Iktsuarpok
  11. Colette the Witch

Il gruppo : Adrien Legendre (violoncello), Audrey Moreau (flauto), Michele Moschini (voce, chitarre, synth, organo, flauto dolce, tin whistle, batteria e percussioni), Stella Ramsden (violino, voce sulla traccia n. 1), Pascal Vernin (basso)  

Label : Lizard Records

Per ascoltare ed acquistare l’album cliccate su questo link bandcamp. Grazie da parte del gruppo.

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