All'inizio di OTEME c'è l'Osservatorio Delle Terre Emerse, gruppo
fondato nel 2010 da Stefano Giannotti. Per questo quarto album (il primo
è uscito nel 2013), la band è composta da 13 musicisti; questo permette
loro di utilizzare una vasta gamma di strumenti per una musica che
oscilla molto tra il rock da camera e l'avanguardia, con alcuni elementi
folk, jazz e pop che fanno da collegamento.
L'album si chiama Un Saluto alle Nuvole e parla della fine della vita, un tema a cui Stefano Giannotti si è interessato quando si è recato a condurre una serie di interviste al personale di un Hospice che si confronta quotidianamente con la morte dei pazienti. Perché ne sto parlando con voi? Perché diversi pezzi iniziano con estratti di queste interviste. Per questo lavoro di raccolta di testimonianze, Stefano ha ricevuto un premio nel 2019. Musicalmente l'argomento è un po' meno serioso, fortunatamente anche più leggero, come quello che sentiamo da "Chiudere quella porta" e su molti brani ("E c'è qualcuno", "Un ricordo bello", "Un saluto alle nuvole"). Perché la musica proposta è certamente molto sofisticata ma allo stesso tempo molto ariosa con elementi a volte un po' bizzarri ("Gli angeli di San Cataldo", "Quando la sera", "Tumi") ma globalmente ciò che si ascolta si colloca al limite del contemplativo. Le mie preferenze vanno a "Una mamma disperata" che potrebbe ricordare Paolo Conte e "Per i giorni a venire", un pezzo davvero grande, che mescola jazz e avanguardia.
L'album si chiama Un Saluto alle Nuvole e parla della fine della vita, un tema a cui Stefano Giannotti si è interessato quando si è recato a condurre una serie di interviste al personale di un Hospice che si confronta quotidianamente con la morte dei pazienti. Perché ne sto parlando con voi? Perché diversi pezzi iniziano con estratti di queste interviste. Per questo lavoro di raccolta di testimonianze, Stefano ha ricevuto un premio nel 2019. Musicalmente l'argomento è un po' meno serioso, fortunatamente anche più leggero, come quello che sentiamo da "Chiudere quella porta" e su molti brani ("E c'è qualcuno", "Un ricordo bello", "Un saluto alle nuvole"). Perché la musica proposta è certamente molto sofisticata ma allo stesso tempo molto ariosa con elementi a volte un po' bizzarri ("Gli angeli di San Cataldo", "Quando la sera", "Tumi") ma globalmente ciò che si ascolta si colloca al limite del contemplativo. Le mie preferenze vanno a "Una mamma disperata" che potrebbe ricordare Paolo Conte e "Per i giorni a venire", un pezzo davvero grande, che mescola jazz e avanguardia.
Tracklist :
1. Chiudere quella porta
2. E c'è qualcuno
3. Un ricordo bello
4. Dieci giorni
5. Gli angeli di San Cataldo
6. Quando la sera
7. Tumi
8. Una mamma disperata
9. Per i giorni a venire
10. Un saluto alle nuvole
i muscisti :
Irene Benedetti: voice, flute, piccolo
Valeria Marzocchi: voice, flute, recorder
Elia Bianucci: clarinet, bass clarinet
Lorenzo Del Pecchia: piccolo clarinet, clarinet
Stefano Giannotti: voice, guitar, electric guitar, banjo, componium, percussion
Emanuela Lari: voice, keyboards
Valentina Cinquini: harp, voice
Vittorio Win Fioramonti: voice, double-bass, electric bass, chromatic harmonica
Antonio Caggiano: vibraphone, percussion
Blaine L. Reininger: violin
Edgar Gomez, Gabriele Stefani: vocals
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