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samedi 28 décembre 2019

Ma sélection des meilleurs albums de RPI pour 2019


L'année 2019 restera globalement comme un bon cru pour le prog italien avec beaucoup de belles choses mais pas de grands albums. Il faut dire que les poids lourds du genre se font discrets ces temps-ci. A cet égard, l'année 2020 devrait être beaucoup plus intéressante avec plusieurs grosses sorties annoncées (Ubi Maior, Unreal City, Mangalla Valis et quelques autres que je ne peux pas dévoiler pour l'instant). 
D'emblée, je mets hors concours les Gênois de Finisterre  et leur album XXV pour deux raisons. D'abord il s'agit en fait du premier album du groupe réenregistré vingt cinq ans plus tard. il est certes augmenté de  nouvelles parties superbes mais çà reste à la base un travail de création ancien. Ensuite, je ne suis pas objectif avec Finisterre, donc, j'ai adoré cette sortie inattendue en 2019 mais je ne peux pas réellement l'inclure dans mon classement.

Pour 2019, je retiens au final 10 albums dont 5 que je place au dessus du lot et honnêtement je suis bien en peine de les départager pour le titre de meilleur album 2019. Il s 'agit de :

Aldi Dallo Spazio : Quasar
Macchina Pneumatica : Riflessi Maschere
Michele Conta : Endless Nights
Il Giardino Onirico : Apofenia TOP "1" 2019
Banda Belzoni : L'Ultima Avventura

5 autres albums viennent compléter cette sélection 2019 :
 
Giant the Vine : Music for Empty Places
Metronhomme : 4 
Imagin'Aria :Exeligere 
Aliante : Sul Confine
Prometheo : D'un fuoco rapito, d'un giovane uomo d'un amore insensato


Enfin je vous propose quelques albums en plus pour faire bonne mesure (et éviter de me faire trop d'ennemis !) : La Batteria (II), Celeste (Il risveglio del Principe), Conqueror (in orbita), Sezione Frenante (Nuove Dimensioni).

vendredi 8 novembre 2019

Michele Conta : l'intervista in italiano


Intervista a Michele Conta (Traduzione : Rossana Lombardi)

Dopo l’uscita di questo album che nessuno si aspettava, Endless Nights (vedere il mio articolo di qualche giorno fa), era indispensabile saperne di più sul nostro “ritornato” italiano, Michele Conta, membro storico della Locanda delle Fate. Ebbene, non resterete delusi perché la prima intervista esclusiva di Michele è per i lettori di questo blog. Ecco la versione italiana, mentre la versione francese  (https://rockprogressifitalien.blogspot.com/2019/11/scoop-michele-conta-linterview.html?spref=fb&fbclid=IwAR0iA4dzBRrg4zjcpbaa1PsySaCIAF9a-REQjcHaBi8eIrEASmBsgPm-s4U) è stata pubblicata qualche giorno fa.


Ciao Michele, sono proprio contento di farti questa intervista! Ovviamente la prima domanda è: cosa hai fatto per tutti questi anni dopo lo scioglimento della Locanda delle Fate (mi sembra) nel 1980?
Ciao Louis,
in tutti questi anni ho fatto il medico a tempo pieno e lo spazio dedicato al pianoforte era di sera dopo cena, per rilassarmi un po' dalla giornata di lavoro.

Come mai hai aspettato così tanto tempo prima di fare questo album solo?
Infatti dopo lo scioglimento, si stava sempre più affermando la disco music ed il punk e altra musica leggera di bassa qualità, per cui  ho preferito uscire dalle scene.

Sei rimasto in buoni rapporti con gli altri componenti della Locanda delle Fate?
I rapporti personali con i membri della Locanda sono buoni;  con alcuni di loro ci sentiamo spesso telefonicamente e anche di persona.
Sono entrato nella band da ragazzo: infatti avevo solo 17 anni e gli altri componenti erano più vecchi di me di parecchi anni per cui li consideravo come dei fratelli più grandi da cui prendere consigli.

Non hai mai pensato di tornare a suonare con la Locanda delle Fate?
Nel corso degli anni ci furono vari tentativi di reunion con la Locanda, però mai riusciti ...  Il punto di disaccordo era che alcuni musicisti della band volevano esclusivamente andare in tour con i brani del vecchio album, invece io ci tenevo a realizzare un disco nuovo, Infatti preferisco di gran lunga la composizione  ai concerti!

Hai pensato di invitare dei componenti della Locanda delle Fate nel tuo album?
Per le parti cantate di questo ultimo CD avevo pensato di chiedere a Leonardo Sasso, però Simone Lampedone (il mio ingegnere del suono) mi ha fatto notare che il sound sarebbe stato troppo  simile a quello  della Locanda.
Alla fine ho scelto la voce di Ermanno Brignolo (il chitarrista) perché vive a Sydney, in Australia, e ha ovviamente una perfetta pronuncia dell'inglese.

Quest’album è una sorta di prolungamento della Locanda delle Fate o qualcosa di completamente diverso e personale?
Inevitabilmente troverai alcune somiglianze con la musica della Locanda delle Fate perché, come sai, quattro delle tre vecchie composizioni di Forse le lucciole… erano le mie.
La differenza sostanziale con Forse le luccioleriguarda gli arrangiamenti musicali poiché sono meno barocchi e quindi più semplici, ma spero altrettanto efficaci.

Quando hai composto i brani di Endless nights?
Come ti ho detto, in tutti gli anni in cui non ho registrato dischi ho comunque sempre continuato a suonare e comporre.  E' stato Niko Papathanassiou (fratello del grande Vangelis) a convincermi a realizzare il cd.
Infatti lui viveva a Volos, in Grecia, e un paio di volte all'anno ritornava a Milano a trovare le sue due figlie (che lì vivevano) quindi prendeva il treno e veniva un paio di giorni ad Asti per salutarmi...
Insieme si ricordava i vecchi tempi… tra un bicchiere di vino e l'altro ascoltava le mie ultime composizioni, mi dava i suoi giudizi e così mi convinse a ricominciare...

Come definiresti la musica del tuo album? Lo consideri prog?
Secondo me il cd comunque rientra in quel genere musicale che voi giornalisti avete definito dopo gli anni ‘70 “Rock progressive”.
Mi  ricordo che quando suonavo con la Locanda delle Fate i giornalisti degli anni 70 ci definivano  come  band di rock mediterraneo oppure rock romantico!
E' un album  di sei brani che  tenta di esprimere le mie emozioni  e che non lascia spazio a fasi di virtuosismo fini a se stesse.

Come mai siete andati a registrare agli studios Abbey Road a Londra?
Le registrazioni sono stati fatte in parte a Torino (nello studio di registrazione di Simone Lampedone) e proseguite agli  Abbey  Road.  Questi studi londinesi  mi piacciono molto.  A guardarli dal di fuori, cioè dalle famose strisce pedonali, hanno un aspetto che intimorisce qualunque  musicista. Invece all'interno c'è un bell'ambiente  di professionalità e amicizia.  Stupisce la semplicità con cui i tecnici ti mettono a tuo agio.  L'ingegnere del suono che preferisco è Frank Arkwrite, perché cerca di capire nei minimi dettagli i suoni che io desidero ma nello stesso tempo dà un impronta con la sua personalità..

Com’è andata con Gavin Harrison?
Sono stato fortunato a conoscere Gavin Harrison.  È noto che lui suona solo canzoni che  lo coinvolgono emotivamente.  Prima di accettare ha voluto ascoltare i brani, così ho fatto la mia scelta e glieli ho spediti via mail... Ti confesso che per me  è stato come un esame scolastico.  Successivamente abbiamo iniziato a registrare partendo da “È Nell'Aria…”.  Ti devo confidare che un brano a cui tenevo non gli è piaciuto molto per cui ha preferito non includerlo.

 Che musica ascolti oggi?
Attualmente ascolto musica di vari generi, anche classica.  Ho un po' abbandonato i vecchi dinosauri del progressive da cui avevo imparato molto in gioventù (mi riferisco a Genesis, Gente Giant, King Crimson ecc).  Ultimamente ho riascoltato ad esempio  Steven Wilson e Pineapple Thief.

Cosa pensi dell’ambiente musicale di oggi, delle nuove tecnologie (come lo streaming) e del business attuale?
La tecnologia digitale negli ultimi anni ha completamente cambiato il modo di fare musica e di produrla.  Le case discografiche hanno sempre meno importanza.  Secondo me questo non deve spaventare i musicisti, anzi si sta instaurando un rapporto più immediato con chi ascolta (YouTube ecc.).  Dobbiamo pensare che da sempre  tutto cambia ed evolve ma l'arte e l'estro creativo saranno sempre presenti in noi.

Hai intenzione di tornare sul palco per suonare le canzoni del tuo album e magari anche qualche altro vecchio brano?
Per ora ho in programma solo qualche esibizione dal vivo con il pianoforte.  La più importante è prevista per i primi di Gennaio a Londra.

Adesso possiamo sperare anche in un prossimo album?
Gli ultimi mesi sono stati per me positivi dal punto di vista creativo nel senso che ho idee nuove con una evoluzione del mio stile.  Se questo cd avrà riscontro positivo l'idea è di concretizzarle con un nuovo lavoro.




jeudi 7 novembre 2019

Scoop ! Michele Conta : l'interview


Après la sortie de cet album que personne n’attendait, Endless Nights (voir ma chronique d’il y a quelques jours), il était indispensable d’en savoir plus sur notre revenant italien, Michele Conta, ancien membre historique de la Locanda delle Fate. Et bien, vous ne serez pas déçus car la première interview exclusive de Michele est pour les lecteurs de ce blog. Voici la version en français, la version en italien devrait suivre bientôt.

Hello Michele, je suis tellement content d’avoir cet échange avec toi. Alors évidemment la première question s’impose d’elle-même : qu’as-tu fait pendant toutes ces années après la disparition de la Locanda delle Fate en 1980 je crois ?
Salut Louis, durant toutes ces années, j’ai travaillé à plein temps comme docteur et le temps dédié au piano était en soirée après le dîner pour me relaxer un peu après ma journée de travail.  

Pourquoi avoir attendu si longtemps pour faire cet album solo ?
En fait, après la fin de la Locanda delle Fate, la disco et le punk ainsi que d’autres musiques de mauvaise qualité s’imposaient de plus en plus, alors j’ai préféré quitté ce milieu.

As-tu gardé des contacts amicaux avec les membres de la Locanda delle Fate ?
Les relations personnelles avec les membres de la Locanda delle Fate sont bonnes. Avec certains d’entre eux, nous nous appelons souvent au téléphone et nous nous voyons aussi. Tu sais, j’ai rejoint le groupe alors que j’étais encore un gamin, j’avais à peine dix sept ans et les autres membres de la formation étaient plus vieux que moi de plusieurs années. Aussi, je les considère encore aujourd’hui comme des grands frères à qui je demande des conseils.

Tu n’as jamais imaginé rejouer avec la Locanda delle Fate ?
Au fil des ans, il y eu plusieurs tentatives de réunion avec la Locanda mais qui n’ont jamais abouties. Le point de désaccord venait du fait que certains musiciens du groupe voulaient uniquement partir en tournée pour jouer les chansons du vieil album, alors que moi je voulais faire un nouvel album. En fait, je préfère de loin le processus de composition aux concerts !

As-tu pensé, un moment, à inviter des membres de la Locanda delle Fate sur ton album ?
Pour les parties chantées du disque, j’avais pensé demander à Leonardo (Sasso), mais Simone Lampedone (l’ingénieur du son) m’a fait remarquer que le son aurait alors été trop proche de la Locanda.  Pour finir, j’ai choisi la voix d’Ermanno Brignolo (le guitariste) car il vit à Sydney en Australie et, objectivement, il a une prononciation parfaite de l’anglais.

Cet album est-il un prolongement de la Locanda delle Fate ou quelque chose de complètement différent dans ton esprit ?
Tu trouveras inévitablement des similitudes avec la musique de la Locanda, car comme tu l’as très bien noté dans ta chronique, j’ai composé quatre des morceaux de Forse le lucciole non si amano più. La différence essentielle avec la musique de la Locanda delle Fate provient des arrangements qui sont moins baroques et donc plus simples mais, je l’espère, tout aussi bons.

Quand as-tu composé les morceaux d’Endless nights ?
Comme je te le disais, pendant toutes ces années, durant lesquelles je n’ai rien enregistré, je me suis contenté de jouer et de composer. C’est Niko Papathanassiou (le frère du grand Vangelis) qui m’a convaincu de faire ce CD. En fait, il vit à Volos en Grèce et deux fois par an il revient à Milan pour voir ses deux filles (qui y vivent). Il est arrivé qu’il prenne le train pour venir me voir quelques jours à Asti. Ensemble, nous nous sommes remémorés le bon vieux temps entre deux verres de vin.  Il a alors écouté mes dernières compositions. Il m’a donné son jugement et m’a convaincu de m’y remettre pour de bon.

Comment définis-tu la musique de ton album ? Est-ce du prog pour toi ?
A mon avis, ce que tu entends sur mon disque fait toujours partie de ce genre de musique que vous définissez depuis les années soixante dix comme du rock progressif. Les journalistes de l’époque nous définissaient eux comme un groupe de rock méditerranéen ou de rock romantique ! 
Pour moi, c’est tout simplement un album fait de six chansons dans lequel je tente d’exprimer mes émotions et qui ne laisse pas de place pour des phases gratuites de virtuosité.


Pourquoi avoir été enregistrer aux studios Abbey Road à Londres ?
L’enregistrement de l’album s’est fait en partie à Turin dans le studio de Simone Lampedone et s’est poursuivi ensuite à Abbey Road. J’aime vraiment ces studios à Londres. Quand tu les regardes de l’extérieur, du fameux passage piéton, ils ont une apparence qui intimide n’importe quel musicien. Mais une fois à l’intérieur il y a une belle ambiance à la fois professionnelle et amicale. La simplicité avec laquelle les techniciens vous mettent à l’aise est surprenante. Mon ingénieur du son favori est Frank Arkwrite car il essaie de comprendre le son que tu veux tout en apportant sa personnalité.

Comment çà s’est passé avec Gavin Harrison ?
J’ai été très chanceux de pouvoir rencontrer Gavin Harrison. Il est connu qu’il ne joue que sur des chansons qui le touchent émotionnellement.  Avant d’accepter, il a donc voulu écouter mes compositions. Alors j’ai fait un tri et je lui ai envoyé ma sélection de morceaux que j’avais choisis. Je dois t’avouer que pour moi, c’était comme de passer un examen scolaire. Et puis nous avons débuté l’enregistrement en commençant par «   E 'Nella Aria ... ». Je vais te faire une confidence : il y avait une chanson qu’il n‘aimait pas beaucoup, alors il a préféré ne pas la jouer.

Qu’est ce que tu écoutes comme musique aujourd’hui ?
Actuellement, j’écoute de la musique de styles très différents, même du classique. J’ai laissé tomber les vieux dinosaures progressifs desquels j’ai beaucoup appris dans ma jeunesse (je pense à Genesis, Gentle Giant, King Crimson etc…). Récemment, j’ai écouté Steven Wilson et Pineapple Thief.

Qu’est ce que tu penses du milieu de la musique aujourd’hui, des nouveaux médias (le streaming) et du business actuel ?
Dans les années récentes, la technologie numérique a complètement changé la manière de faire de la musique et de la produire. Les maisons de disques ont de moins en moins d’importance. A mon avis, cela ne devrait pas effrayer les musiciens car cela permet d’établir une relation plus directe avec l’auditeur (youtube etc…). Nous devons toujours penser que tout change et évolue mais la création artistique et l’inspiration seront toujours présentes en nous.

Vas-tu monter sur scène pour jouer cet album et peut être d ‘autres vieux morceaux ?
Pour l’instant, j’ai seulement quelques représentations live au piano de programmées. La plus importante est prévue pour la première semaine de janvier (2020) à Londres. 

On peut espérer un autre album maintenant Michele ?
Les derniers mois ont été particulièrement positifs pour moi d’un point de vue créatif, dans le sens où j’ai eu de nouvelles idées avec parallèlement une évolution de mon style. Si les retombées de ce CD sont bonnes, alors l’objectif serait de concrétiser ces nouvelles idées dans un nouvel album, oui. 


mardi 22 octobre 2019

Michele Conta : Endless Nights

On avait plus beaucoup entendu parler de Michele Conta, l'ancien claviériste de la Locanda delle Fate, depuis la première dissolution du groupe en 1980. Et franchement, ce n'est pas sa contribution (piano) à l'album de rap de Dr Dree (Compton) ayant gagné le Grammy Award en 2015, qui avait réussi à m'épater,  plutôt même à me faire fuir. 
Mais voilà que tout à coup, alors que la Locanda delle Fate a tiré définitivement sa révérence, il y a déjà deux ans, Michele Conta refait surface, via un premier album solo, en revendiquant ouvertement une légitime filiation avec son groupe d'antan. Ce qui quelque part est bien normal quand on sait qu'il avait composé ou co-signé quatre des sept titres du merveilleux forse le lucciole non si amano più. Alors simple opportunisme de circonstance ou retour de nostalgie sur le tard ? Le juge de paix sera l'album lui-même et la musique qu'il contient. 
Inutile de faire durer le suspens, ce disque est beau, très beau même et dès les premières notes de piano distillées par Michele, la magie opère à nouveau. La manière de jouer de Michele est reconnaissable entre mille et l'on se rend compte soudainement qu'elle nous a beaucoup manquée pendant toutes ces années. Bien sûr, ce n'est pas exactement la Locanda mais le style est parfois proche. A cet égard l'opener "è nell'aria" donnerait presque envie de pleurer tant les accents de la Locanda sont présents à chaque coin de mesure avec toutefois une tonalité nettement plus moderne incarnée d'abord par Ermanno Brignolo, guitariste peu avare de riffs bien tranchants, mais aussi par la présence derrière les fûts d'un Gavin Harrison qu'on ne présente plus et qui délivre ici une prestation nickel en survolant son sujet comme d'habitude (écoutez ce qu'il fait sur "With you on the walk of my life"). Comment ce mec fait-il pour que chacun de ses coups de baguettes semble à la fois aussi anodin et pourtant indispensable au tout ? "Growin' up" devrait également combler les amoureux de la Locanda delle Fate malgré un chant en anglais auquel on s'habitue assez vite. A ce sujet, pour que notre bonheur soit complet, il manque bien sûr quelque chose, ou plutôt quelqu'un : Leonardo Sasso et sa voix caractéristique. On fera sans en pensant  quand même très fort à lui. Car "Growin' up" n'est ni plus ni moins que la reprise du titre "Crescendo" déjà entendu sur l'album de la Locanda sorti en 2012,  The Missing Fireflies
Quant à Michele Conta, il a réussi son coup en se rappelant, un peu tard il est vrai, au bon souvenir des vieux fans de prog italien. Si vous n'êtes pas encore convaincus, écoutez la sublime "notte infinita" à la charge émotionnelle puissante et irrésistible ainsi que "Fiori Nascosti", la superbe mini suite symphonique qui clôt l'album.
Toute l'année, tu écoutes des flopées de nouveautés en espérant tomber sur une perle mais le phénomène se fait rare, de plus en plus rare même ! Et puis, au moment où tu t'y attends le moins, le frisson arrive. Et là tu sais que ce que tu entends sort enfin du lot. "Endless nights" est mieux qu'une belle surprise, c'est un miracle !

Tracklist :

1.È nell'aria
2.With you on the walk of my life
3.Notte infinita
4.Growin' up
5.In riva al mondo
6.Fiori nascosti
 
Label : AMS 
Sortie : 25/10/2019


En écoute sur YT  "è nell'aria" :
https://www.youtube.com/watch?v=fphNq1DG9wY
et "notte infinita" ("endless nights" en english !)
https://www.youtube.com/watch?v=DWBR0B7J7tg