Louis De Ny con
Patrick Djivas
Abbiamo
scambiato quattro chiacchiere con l’autore del libro Louis De Ny – non nuovo a
cimentarsi nello scrivere di prog italiano – per avere il suo punto di vista su
quest’opera e sul resto della sua produzione letteraria.
Buongiorno
Louis, ti ringraziamo per la disponibilità; come stai ?
Ciao
Alfredo, molto bene; grazie per avermi dato l’opportunità di parlare del
progressive rock italiano, è sempre un grande piacere per me.
Come
nasce la tua passione per il progressive rock, ed in particolare quella per il
prog italiano ?
E
presto detto; in realtà trovo che nel progressive rock italiano sia presente
una sintesi ee una connessione tra ciò che preferisco – il progressive rock in
generale – e quelle con cui sono cresciuto (la musica classica e forme di pop
elaborato).
Inoltre
confesso che questa passione per il rock progressivo italiano è largamente
amplificata dal mio amore per l’Italia.
In
particolare nei tuoi libri pubblicati tra il 2015 ed il 2018 – “Le petit monde
du rock progressif italien ; Une discographie amoureuse” e “Plongée au coeur du
rock progressif italien Le théâtre des émotions” – analizzi il prog italiano;
come mai questa scelta ?
In
Francia non esisteva nulla di scritto sull’argomento, e comunque niente
documentato ed analizzato ma soltanto descrittivo.
Mi
è sembrato ideale far conoscere meglio questa corrente musicale in Francia dal
momento che molti che apprezzano il rock progressivo non conoscono quello
italiano.
L’ho
trovato ingiusto perché il progressive rock italiano rappresenta il meglio come
melodie ed armonie e perché si tratta di una vera e propria corrente musicale
con la sua storia, i suoi musicisti e le sue interazioni.
Quali
sono le differenze tra i due lavori ?
Il
libro uscito nel 2015 («Le Petit Monde du rock progressif italien») mi
permetteva di aprire il dossier e di far conoscere in 600 pagine la storia del
movimento, le principali band ed i migliori album.
L’altro,
uscito nel 2018 “Plongée au coeur du rock progressif italien – Le théâtre des
émotions” è la naturale prosecuzione del primo.
Ho
pensato di far parlare i musicisti della nuova generazione del rock progressivo
italiano perché da voi c’è un incredibile serbatoio di musicisti di talento e
soprattutto creativi.
Per
poter far uscire questo volume era però necessario che il primo libro vendesse
bene in Francia, e fortunatamente così è stato.
Ciò
mi ha consentito di aggiungere, nel secondo libro, altre band ed altri album e
dare una visione completa della storia del rock progressivo italiano durante
gli anni ’80.
Tra i due libri presento in modo
dettagliato più di 500 dischi e cito quasi 1000 gruppi o musicisti.
Da
poche settimane è invece stato pubblicato il tuo lavoro nel quale analizzi il
legame o tra il prog italiano ed il cinema (Giallo & Rosso Le rock
progressif italien fait son cinéma); ce ne parleresti ?
«Giallo
& Rosso – Quando il progressive rock italiano faceva il suo cinema» mi ha
dato modo di lavorare con un nuovo editore video francese (Frenezy).
Lui
restaura e riedita film, principalmente italiani, degli anni ’70 di genere
giallo, horror, poliziottesco e western) e la prima collaborazione si è
concretizzata con il film «La Vittima designata».
Ho fatto i bonus dei DVD/Blu-ray
sulla musica, su Bacalov e sui New Trolls.
In seguito ho proseguito la mia
ricerca utilizzando la documentazione che già possedevo per creare un libro
sulle connessioni e la contaminazione tra il l progressive rock italiano e le
musiche dei film (ma anche delle trasmissioni televisive italiane) degli anni
’70.
Il
materiale non manca di certo con un sacco di storie inedite e sconosciute.
Oltre
ai Goblin, molti altri artisti italiani legati al filone dell
progressive rock italiano hanno prodotto colonne sonore.
E’
stata anche l’occasione per tracciare il profilo di compositori conosciuti ma
con una prospettiva particolare (in relazione alla musica progressiva) come Claudio
Simonetti, Ennio Morricone, Luis Bacalov,
Armando Sciascia o ancora Fabio Frizzi che ha
gentilmente accettato di fare la prefazione del libro.
C’è
anche una messa in prospettiva originale tra ogni film elencato – quindici in
tutto – e la sua colonna sonora grazie a testi scritti da uno specialista
francese del cinema. Questo libro è quindi unico nel suo genere e interessa sia
gli appassionati di rock progressivo italiano che quelli di cinema italiano, citando
anche titoli quasi sconosciuti.
Piccolo
passo indietro; a gennaio del 2020 è uscito il volume “Via Lumière La
biographie autorisée du bassiste d’Area et de PFM”, che recentemente – a fine
giugno – è stato pubblicato nella traduzuone di italiano da parte della casa
editrice Officina di Hank; come mai un libro su Patrick ?
Dal
momento che mi appassiona e scrivo professionalmente sul movimento del rock
progressivo italiano ed essendo francese, è naturale che interessi di Patrick
Djivas.
La
sua carriera in Italia (cinquant’anni comunque) ha fatto parte della storia del
progressive rock italiano con Area prima e poi con Premiata Forneria Marconi.
Ha
avuto una vita emozionante con incontri incredibili, ma è anche una splendida
persona, colta e gentile.
Spero
di aver scritto un bel libro su di lui perchè lo merita.
Ti
va di raccontare qualche aneddoto sulla realizzazione del libro che ti viene in
mente ?
Con
Patrick avevamo previsto che il libro uscisse in italiano alla fine del 2020 ma
il covid ha complicato tutto; abbiamo dovuto essere pazienti per trovare sia un
editore italiano che un traduttore.
Siamo
stati fortunati con la casa editrice Officina di Hank a Genova, che ringrazio,
che ci ha fatto seguire da Fabio Rossi, e con la splendida traduzione di
Claudio Pozzani.
Ho
in parte riscritto e completato il libro per la versione italiana e ritengo la
versione italiana migliore di quella francese.
C’è
qualche speranza di vedere pubblicati i tuoi libri in italiano ?
Come
abbiamo appena detto per la biografia di Djivas è accaduto recentemente; per i
primi due libri sul progressive rock italiano, non penso; d’altronde nel vostro
paese ci sono persone molto competenti che hanno già scritto libri su questo
argomento.
Per
il «Giallo & rosso» mi piacerebbe molto perché, come ti ho detto, si tratta
di un libro originale, unico nel suo genere, ma onestamente, ci sono poche
possibilità; sarebbe necessario un grosso lavoro in particolare per la
traduzione; se qualcuno legge questa intervista ed è pronto, che mi contatti
pure.
Approfitto
per ringraziarti per aver mostrato interesse per i miei libri e porto a
conoscenza di quanti ci leggeranno che ho anche un blog sul rock progressivo
italiano (rockpogressifitalien.blogspot.com); è in
francese ma spesso anche in italiano ed è prevalentemente dedicato alle novità
ed alle uscite di album.
Vivoumbria
- Alfredo Buonumori – 19 08 2022