È sempre quando meno me lo aspetto che scopro una piccola meraviglia ben nascosta in mezzo a una pila di album da ascoltare. Sicuramente il prog italiano non finisce mai di stupire mentre altri gruppi girano in tondo ormai da qualche decennio.
Per Le Vele Di Oniride la storia inizia per la prima volta nel 2006 con il gruppo Ellephant creato dal chitarrista Nello De Leo. Per diversi anni le composizioni subirono modifiche ed evoluzioni finché nel 2017 Nello decise che il periodo di gestazione era terminato e che questa musica era finalmente degna di apparire allo scoperto. Nascono le Vele Di Oniride.
Come li potrei descrivere?
Ricordate i F.E.M. con "Sulla Bolla Di Sapone" nel 2014 e "Mutazione" nel 2018, o ancora La Bocca della Verità nel 2016 con "Avenoth"?
Ebbene, siamo nello stesso registro: un rock progressivo espressivo, carnoso, un po' oscuro che a volte incalza forte, eppure con fasi di respiro regolare, a volte onirico, a volte psichedelico, ma sempre di grande attualità nel soggetto. È così che devi immaginarti un brano come "Madri Di Niente, Figli Di Nessuno" che flirta con il doom e il dark prog, avvicinandosi anche per certi versi ai Deus Ex Machina. In ogni caso ne vien fuori un brano enorme che toglie il fiato con la sua intensità e la sua atmosfera pesante. Ascolta la lunga litania di cori spettrali al centro del brano... Per non parlare dell'organo furioso di Cristiano Costa, un vero assassino!
La maturità di queste sette composizioni è sorprendente. "Sogni Infranti" installa il suono del gruppo in quello che sembra un sé intimo che si trasforma gradualmente in una maestosa sinfonia che acquista slancio e forza nel corso dei minuti, arrivando così alla parte cantata che fa scoprire la voce potente di Francesco Ronchi.
"L'Illusione dell'Oblio" permette di cambiare marcia. È un pezzo pieno di contrasti che impone decisamente il gruppo tra i migliori del genere.
Intelligente la sequenza con "Catarsi": scopriamo un gruppo che maneggia l'arte delle ballate dark ambient con una delicatezza che fa sognare. Il pezzo dura quasi otto minuti eppure il tempo scorre veloce, forse perché è appunto una canzone fuori dal tempo. Per inciso, la lunga sequenza strumentale, tra magnifico coro di chitarra e organo criptico, è da morire.
Se "Apologia Di Reato" sembra fin dall'inizio più primitiva, in particolare la sezione basso/batteria che funziona come un vero e proprio rullo compressore, farete meglio ad aspettare la parte centrale spaziale e il finale in apoteosi per capire il brano.
Con "Isolazione", la band torna a un formato-canzone che padroneggia alla perfezione: troviamo un riff di chitarra nell'intro che si può fischiare facilmente, delle strofe piene di emozione, un ritornello enfatico che fa subito decollare la canzone e un ponte molto neo-prog sul synth.
In effetti tutto funziona bene ne Le Vele Di Oniride per una buona e semplice ragione: tutto è melodico. Questa traccia è semplicemente un potenziale successo.
Come vi ho già ampiamente parlato di "Madri Di Niente, Figli Di Nessuno", andiamo direttamente al titolo finale. "Miraggi Remoti" parte pacato con un piccolo arpeggio di chitarra suonato in ostinato su un sottofondo di evanescenti synth pad. Il gruppo si muove tranquillo, con Francesco Ronchi che mette da solo nelle sue intonazioni l'intensità necessaria per dare rilievo al brano. Il brano in sè sembra in gran parte costruito attorno alla sua linea vocale. Il cambio avviene al quinto minuto con una fuga molto progressiva lanciata dalla chitarra elettrica rapidamente affiancata dalla batteria di Jacopo Cenesi che si occupa di accelerare il tempo e lanciare definitivamente questo magnifico volo prima di ritrovare la voce di Francesco Ronchi nella chiusa finale.
La Quadratura del Cerchio è una bella sorpresa che non mi aspettavo. Eccoci di fronte a un prog oscuro, molto attraente, con le sue linee melodiche tese e le sue parti ritmiche variegate, servito da ritornelli di chitarra regolati al millimetro, tastiere prolisse ma mai stravaganti, e soprattutto una voce accattivante che impone il suo carisma contagioso e un'umanità che ti tocca.
Ancora una volta il prog italiano contemporaneo mi stupisce e giustifica tutto l'interesse e tutta l'attenzione che si deve dare a ciò che arriva da questo paese, decisamente fatto per portare la musica più bella che c'è.
Il disco è stato pubblicato il 30 maggio 2023 dalla Lizard Records.
La band: Francesco Ronchi (voce, cori), Nello De Leo (chitarre, synth, cori), Lorenzo Marani (basso), Jacopo Cenesi (batteria), Cristiano Costa (tastiere, synth, pianoforte)
Tracklist:
1. Sogni Infranti
2. L'illusione di Oblio
3. Catarsi
4. Apologia Di Reato
5. Isolazione
6. Madri di Niente, Figli di Nessuno
7. Miraggi Remoti
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