Ed è proprio questo il caso di questo nuovo album, ecco l'impero dei doppi sensi. Ne voglio la prova nel titolo di apertura, maliziosamente intitolato "il gran finale", per il quale vi fregherete le orecchie dicendovi che Richard Sinclair ora canta in italiano e che suo cugino Dave lo accompagna di nuovo all'organo Hammond A100. Invece no, è proprio il team Homunculus Res lanciato a tutta velocità. Normalmente proverai lo stesso tipo di sensazioni per il brano successivo, per quanto vicino a un pastiche: "Quintessenza la la". Penso anche a "Pentagono" e "Cinque sensi" che sono dei veri equilibristi, che lavorano alla perfezione tra un'incredibile precisione ritmica e un sorprendente rilassamento della parte melodica, in una parola, stupefacente! Si tratta infatti più di un gruppo che si dispiega secondo i propri desideri creativi (principalmente quelli di Dario D'Alessandro peraltro visto che ha composto nove dei dieci brani di questo album) senza porsi troppe domande esistenziali del tipo "sono cercherò di suonare come qualcosa su questa traccia". No, con i siciliani di Homunculus Res", sarebbe piuttosto: "Ehi, ragazzi, finiamo in fretta questo pezzo perché ho un'idea maledettamente bella per il prossimo!". E in questo giochetto la banda è forte, molto forte anche!" E funziona. Perché questi dieci pezzi sono tutti delle piccole perle di felicità con un tour de force ripetuto dieci volte che consiste in composizioni melodiche e fluide che tuttavia hanno una relativa complessità nelle armonie ed è davvero sorprendente, perché viene fuori un lato un po' deliziosamente pop che non cade mai nel facile, cosa abbastanza evidente sull'irresistibile "Il bello e il cattivo tempo" che evoca, almeno all'inizio, i Beach Boys o su "Fiume dell'oblio" che propende più verso i Kinks o addirittura verso i Beatles.Devo parlarvi anche di "Doppi sensi" che farebbe sicuramente piacere a un certo Robert Wyatt con una prima parte immersa nel fantasy anticonformista mentre la seconda è chiaramente avanguardismo affermato. Questo pezzo di dieci minuti, che chiude opportunamente l'album, è senza dubbio il pezzo più bello. Quella che permette al gruppo Homunculus Res di elevarsi agevolmente all'altezza dei suoi illustri predecessori.
C'è anche un'ulteriore dimensione in questa musica: l'uso di un'ampia e insolita liuteria di strumenti che non siamo abituati a incontrare, anche nel rock progressivo contemporaneo. Il sorprendente "Viaggio astrale di una polpetta", che oscilla tra il jazz e il folk medievale, è così impreziosito da una stupefacente panoplia di vecchi strumenti a fiato che gli conferiscono un lato piuttosto piacevole del piccolo Grifone. Anche molti altri brani di questo album beneficiano di questa particolare attrezzatura. Capiamo meglio allora i colori sonori, così particolari e così pittoreschi, che emergono da "Cinque sensi", "Fiume dell'oblio" e "Doppi sensi".
Ecco un nuovo disco, molto facile all'inizio eppure incredibilmente dettagliato con una moltitudine di idee e scoperte perfettamente sfruttate e messe in musica (se non uso questa espressione adesso, non la userò mai!). Sta a te scoprire tutte queste piccole meraviglie in diversi ascolti successivi, che i cinquanta minuti che dura questo album, supportano molto bene."
Tracklist :
1. Il gran finale
2. Quintessenza la la la
3. Il bello e il cattivo tempo
4. Viaggio astrale di una polpetta
5. Fine del mondo
6. Pentagono
7. Parole e numeri
8. Cinque sensi
9. Fiume dell'oblio
Label : Ma.Ra.Cash
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